La percentuale del legante (colla o cera) è ridotta al minimo per assicurare l'adesione dei pigmenti al foglio. Il colore risulta quindi purissimo e luminoso; questa caratteristica viene esaltata utilizzando carta più o meno ruvida.
Per assicurare una maggiore adesione delle polveri colorate alla carta, sul disegno può essere vaporizzato un fissante che diminuisce però la vivacità dei colori.
Un disegno a pastello può essere adeguatamente conservato sotto vetro per proteggerlo dall'umidità e dalla polvere.
Pastello morbido[modifica | modifica sorgente]
Oggigiorno il termine pastello è usato in modo improprio per indicare molti materiali artistici differenti. La forma originale e più popolare del pastello si chiama pastello morbido.
Generalmente ha una lunghezza di circa 9 cm e può essere acquistato sia in singoli pezzi che in scatole di varie dimensioni. Alcune case produttrici suddividono le scatole, che variano dai 20 ai 60 pezzi, in due gamme di colori contraddistinte dalle lettere F e L:
F (Figura) adatte alla realizzazione di ritratti;
L (Landscape) adatte per i paesaggi.
Il pastello in base all'impasto di cui è composto può essere:
Impasto Duro: di forma quadrata, adatto per tracciare linee più sottili rispetto agli equivalenti tondi. Nell'utilizzarli si deve stare attenti a non forzare il tratto, perché potrebbero scalfire il supporto del dipinto, impedendo a quest'ultimo di trattenere il pigmento.
Impasto Medio: di forma tonda, viene usato sia per lo schizzo preparatorio che per la rifinitura del dipinto.
Impasto Morbido: Usato principalmente per coprire vaste zone del dipinto, in quanto è più fragile e più polveroso e facile da sfumare.
- Crete pastello: di forma quadrata, si trovano in scatole di varie misure; data la loro consistenza sono adatte per le rifiniture e possono essere facilmente mescolate con i pastelli morbidi.
- Pastelli acquarellabili: normalmente hanno una forma tonda; possono essere usati sia a secco che con l'aggiunta di acqua, e hanno una consistenza più dura dei rispettivi pastelli morbidi e delle crete.
- Pastelli ad olio: sono di forma tonda e, come suggerisce il nome, hanno come agglomerante l'olio. Rispetto ai pastelli morbidi hanno una tonalità scura e una consistenza molto pastosa; possono essere usati a secco e sfumati tramite gli appositi sfumini di carta o diluiti con la trementina e applicati tramite un pennello.
- Pastelli a cera: di forma tonda, hanno come agglomerante la cera che gli conferisce un aspetto lucido.
- Matite a pastello: sono simili ai pastelli secchi, quindi molto dure; distribuite sotto forma di matite, sono adatte per le rifiniture ma anche per creare opere complete.
Il pastello morbido venne inventato dall'artista francese Jean Perréal (1455-1530), verso la fine del XV secolo.
Leonardo da Vinci (1452-1519) fu uno dei primi in Italia ad utilizzarlo nei suoi studi e schizzi e ne riconobbe la paternità a Perréal, citandolo nel suo "Codice Atlantico" al foglio 247, con la frase "...una tecnica nuova per dipingere con differenti colori secchi...". Fu solo nel XVIII secolo tramite la famosa pittrice veneziana Rosalba Carriera (1675-1757) che il pastello venne utilizzato per creare vere e proprie opere d'arte e raggiunse il suo apice, nella realizzazione dei ritratti, tramite i pittori Maurice Quentin de La Tour (1704-1788) e Jean Baptiste Perronneau (1715-1783).
Il pastello cadde in disuso, con l'arrivo della rivoluzione francese e la relativa scomparsa dei committenti aristocratici, sarà solo l'arrivo degli Impressionisti a dargli nuova vita.
L'utilizzo del pastello si adatta molto bene, data la sua morbidezza, velocità di esecuzione e luminosità, alla nuova forma pittorica degli impressionisti "en plein air (all'aperto)", nel catturare i colori brillanti dei paessaggi, delle feste in campagna, a cogliere le delicate movenze delle ballerine e i sereni ritratti di donne e bambini.
Nel XX secolo, sempre più pittori hanno usato il pastello; tra cui Pablo Picasso.